mercoledì 12 aprile 2017

Eco-plastica con gusci di uovo



Si cerca sempre di trovare in ambito scientifico un modo per realizzare delle plastiche alternative in grado di biodegradarsi e diminuire così l’impatto dell’uomo sull’ambiente. Esistono delle bioplastiche prodotti da materiale vegetale come ad esempio il mais, patate dolci e altri tipi di scarti alimentari, ma tutti questi elementi presentano il difetto di avere una scarsa resistenza e flessibilità e dei costi elevati di produzione che li rendono di uso limitato. 



Un lavoro, realizzato da Vijaya K. Rangari, dottoranda e laureata, è stato presentato al 251esimo Meeting Nazionale annuale della American Chemical Society (ACS). 
“Il lavoro consiste in una miscela costituita dal 70% di PBAT, un polimero derivante dal petrolio in grado di biodegradarsi nel breve tempo di 3 mesi, e dal 30% di PLA (acido polilattico), compostabile e ottenuto dalle schegge di gusci d’uovo.”

Durante la fase di miscela i gusci d’uova sono stati lavati, macinati e mescolati a glicole propilenico e quindi esposti a onde ultrasoniche che hanno ridotto i pezzettini alle dimensioni nanometriche.
Con il guscio d’uovo si aggiunge resistenza al materiale e lo si rende molto più resistibile e flessibile di altri materiali presenti sul mercato. 
Una delle funzioni più ambientali del progetto è quello di rendere il materiale molto biodegradabile e si sta pensando in un futuro di sperimentare il guscio d’uovo con plastiche al 100% di natura vegetale. Di sicuro ci sarà anche un vantaggio economico in quanto si tratta di una risorsa facilmente reperibile, che potrebbe essere recuperata casa per casa attraverso una raccolta dello scarto agroalimentare. 

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